XV Domenica del Tempo
Ordinario – Mc 6, 7-13
Chiamò a sé i Dodici
e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E
ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane,
né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due
tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non
sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi
ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come
testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si
convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li
guarivano.
Il brano di vangelo che il liturgista ci
propone questa domenica fa da premessa ad un altro brano, quello della prima
moltiplicazione dei pani (Mc 6,30-44).
Tra i due brani Marco ha inserito l’episodio del martirio di Giovanni Battista
quasi a voler chiudere, con la morte di Giovanni, l’epoca dell’AT prima di
iniziare il grande discorso della condivisione come base politica e religiosa
della comunità di Gesù: è il passaggio epocale da Dio re a Dio padre, dall’uomo
che si considera suddito all’uomo protagonista consapevole della propria
storia.
“Chiamò
a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti
impuri.” Gesù nella sinagoga di Nazareth ha toccato con mano le difficoltà di
comunicare con la popolazione indottrinata dalle autorità religiose e che non è
più capace di ragionare con la propria testa. Dopo questa esperienza Gesù tenta
un’altra strada, l’invio dei suoi discepoli nei villaggi per diffondere il suo
messaggio, per convincere anche i più recalcitranti; l’idea che guida Gesù è
che persone del popolo, come sono i discepoli, creano meno diffidenza del maestro
famoso e quindi possono incidere in modo più profondo nel sentire comune.
“…prese
a mandarli a due a due…”, scrive Marco, perché loro sono una comunità, non devono
presentarsi come capi che impongono un messaggio, ma devono dimostrare di appartenere
ad una comunità che vive questo messaggio.
“…e dava loro potere sugli spiriti impuri.”
Questo è un modo di parlare antico e lontano dalla nostra mentalità: esso
rappresenta un’indicazione di cosa fare, quasi un ordine (“dava loro potere”), e contemporaneamente costituisce una
limitazione perché il loro potere è limitato alla diffusione del messaggio di
Gesù fino a convincere anche i più recalcitranti (“potere sugli spiriti impuri”). Niente altro. Vedremo invece che i
discepoli si comporteranno in ben altro modo.
Per comprendere meglio
la frase è necessario ricordare che il termine "spirito", sia
nella lingua ebraica sia in quella greca, significa "forza",
una forza esterna all'uomo. Quando questa forza viene da Dio è chiamata "santa",
dal verbo santificare che significa "separare". "Spirito
Santo" significa una forza che mi separa, non dagli uomini, ma dal
male, dall'egoismo. Quando questa forza non viene da Dio, ma viene
dall’egoismo, si chiama, secondo il linguaggio dei vangeli, "impura".
Un esempio tipico di
questo modo di scrivere è riportato in Mc
1,21-28(1): se lo
scrittore vuole far esprimere un parere ad un personaggio, questo parere
diviene esso stesso persona e parla esprimendo quanto il personaggio avrebbe
dovuto dire(2). Quando si parla si emette aria, soffio, spirito
secondo una dicitura tratta dal greco(3); ed ecco che il parere da
esprimere esce dal personaggio come spirito e parla in sua vece. Se il parere
da esprimere è negativo, in contrasto con il pensiero di un personaggio
importante o santo come Gesù, lo spirito è definito immondo o impuro perché si
oppone a chi detiene la santità, cioè contrasta Dio.
“E
ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane,
né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due
tuniche.”
E’ l’unica volta che Gesù ordina qualcosa in
questo vangelo, quindi deve essere qualcosa di molto importante, che dobbiamo
prendere seriamente in considerazione. I dicepoli, per il viaggio, devono prendere
un bastone (di questo ne parleremo in occasione dei sandali) ma non portare
viveri, borse o denaro. Gesù vuole che il comportamento dei discepoli dimostri
la verità dell’annuncio. Non si può andare ad annunciare la buona notizia di
Gesù, che è una notizia in cui l’uomo si fida pienamente di Dio e si fida
pienamente degli altri, se poi il proprio comportamento, il proprio
abbigliamento, il proprio stile di vita lo contraddicono.
Gesù normalmente è parco di descrizioni, ma qui
fa una descrizione molto dettagliata, addirittura di come deve essere
l’abbigliamento di questi discepoli; dice di “calzare i sandali” e, aggiungo
io, “portare il bastone” perché devono camminare molto: i sandali proteggono i
piedi ed il bastone sorregge il corpo nella fatica del camminare ed aiuta ad
allontanre le bestie selvatiche. Aggiunge di “non portare due tuniche”, perché avere
due tuniche era un lusso dei ricchi. I discepoli, quindi, non devono smentire
con il proprio comportamento l’annunzio dell’amore universale di un Dio che si
mette a servizio degli altri.
“E
diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete
partiti di lì.” Gesù invita i discepoli ad essere liberi dall’affanno
economico, ad affidarsi completamente a Dio e agli altri; ed aggiunge che
questa libertà deve essere completa e lo fa con una frase che, per essere
compresa, richiede la conoscenza degli usi e dei costumi ebraici di quel tempo.
Gli ebrei, quando erano in viaggio, cercavano spesso ospitalità, ma soltanto in
casa di altri ebrei; non andavano in casa di pagani perché la casa di un pagano
era considerata impura. Oppure non andavano in casa di ebrei che non erano
pienamente osservanti delle regole della purezza o della impurità riguardo ai
generi alimentari.
Gesù chiede di essere liberi da tutte queste
remore: nella casa dove entrate, che siano pagani o ebrei, osservanti o meno,
lì rimanete. Perchè bisogna essere liberi dalle regole per poter liberare dalla
Legge.
“Se in
qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete
la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».”
Scuotete la polvere sotto i piedi era un
gesto simbolico che facevano gli ebrei, quando ritornavano dalla terra pagana,
prima di entrare in Israele: scuotevano la polvere dei sandali per non portare
neanche un briciolo di terra pagana, di terra impura, nella terra santa. L’evangelista
indica che quanti non accolgono questi annunciatori del messaggio, vanno
trattati come i pagani. Pagano allora non è chi non crede o chi crede in
un’altra religione, ma chi non accoglie, chi non presta aiuto. Chi non riflette
nella sua condotta l’amore universale di Dio è un pagano.
“Ed
essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti
demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.”
Molto spesso io affermo che più che da
discepoli, Gesù era circondato da discoli: non li aveva invitati a predicare la
conversione(4); non li aveva invitati a scacciare i demoni, aveva
dato il potere sugli spiriti impuri(5), che è tutta un’altra cosa;
ed in fine non li aveva inviati ad ungere i malati con olio(6).
I
discepoli non hanno fatto quello che Gesù ha indicato loro, hanno preferito
fare cose più gratificanti che il semplice annuncio. E infatti vedremo nel
seguito di questo Vangelo (Mc 6,30-31)
che Gesù li chiamerà in disparte per far loro comprendere che avevano annunziato
un messaggio che lui non aveva autorizzato.
Note:
1. In Mc 1,21-28 è descritta l’azione
di Gesù per convincere un fondamentalista, un vero e proprio alterco che si
conclude con il difficile e doloroso cedimento dell’uomo agli argomenti di
Gesù. – 2. Questo metodo diviene particolarmente utile quando la discussione si
trasforma in alterco; infatti in oriente un litigio è sempre scandaloso e
diminuisce l’onorabilità delle persone coinvolte indipendentemente da chi ha
ragione. Se l’alterco si sviluppa tra due “spiriti” può essere raccontato senza
intaccare l’onore delle persone coinvolte che, almeno formalmente, sono rimaste
in silenzio. – 3. Soffio e spirito in
greco si dice indifferentemente pneuma.
– 4. Il messaggio che Gesù aveva
incaricato di annunciare era molto più semplice: Dio ama tutti senza guardare
ai meriti di ciascuno. Parlare di conversione è più complesso perché richiede
che l’ascoltatore consideri naturale amare gli altri come Dio ama lui. – 5.
Nella concezione ebraica scacciare i demoni corrisponde a guarire dalle
malattie. Infatti le malattie erano considerate la punizione che Dio mandava ai
peccatori tramite alcuni dei fenici che venivano chiamati, con una parola di
origine greca, demoni, che nulla
avevano a che fare con il concetto di spirito
impuro come sopra spiegato. – 6.
L’uso dell’olio in ambito sanitario è antichissima, vedi Lc 10,34: il buon samaritano curò le ferite dell’uomo picchiato dai
briganti con olio e vino; per questo i discepoli di Gesù si servono del valore
simbolico dell’olio per accompagnare con un segno visibile la preghiera per i
malati. In seguito questo gesto ha portato al sacramento detto unzione degli infermi. (cfr. Giac
5,14 – 15 ).