(segue dalla domenica precedente)
Nel 333 a.C.
l’imperatore macedone Alessandro Magno sconfisse i Persiani e conquistò la
Persia e quindi anche i regni ad essa sottoposti come Israele. In questo
periodo, a seguito dell’avanzare degli usi greci tra gli ebrei della diaspora,
fu iniziata la prima traduzione in greco della Bibbia ebraica (detta dei
Settanta) in Alessandria d’Egitto.
Dopo la
morte di Alessandro, i suoi generali continuarono a combattere sul territorio
che aveva conquistato per spartirselo tra loro. Il Regno di Giuda divenne il confine
tra l’Impero Seleucide e l’Egitto Tolemaico, fino a diventare parte anch'esso
dell'Impero Sleucide.
Nel II
secolo a.C. Antioco IV, imperatore seleucide, tentò di sradicare l'ebraismo a
favore della religione ellenistica. Questo provocò nel 174-135 a.C. la rivolta
guidata da Giuda Maccabeo. I Libri dei Maccabei descrivono la rivolta e la fine
della dominazione greca. Interpretazioni moderne vedono questo periodo come una
guerra civile tra le forme ellenizzate e ortodosse dell'Ebraismo.
A seguito della
rivolta inizia un breve periodo di rinascita del regno di Giuda la cui
autonomia era più apparente che effettiva. La dinastia degli Asmodei,
re-sacerdoti ebraici, governò la Giudea con i Farisei, i Sadducei e gli Esseni
come principali movimenti sociali ebraici. Come parte della loro lotta contro
la civiltà ellenistica, i Farisei istituirono quello che forse potrebbe esser
stato il primo programma nazionale (e religioso) di istruzione ed
alfabetizzazione maschile del mondo, basato su case di riunione (Paul Johnson, History of the
Jews, p. 106, Harper 1988). Ciò ha preparato le basi per la nascita del giudaismo rabbinico. La
giustizia veniva amministrata dal Sinedrio, il cui presidente-principe era noto
come Nasi. L'autorità religiosa del Nasi venne gradualmente sostituita
da quella del Sommo sacerdote del Tempio (sotto gli Asmodei quest'ultimo
ricopriva anche il ruolo di Re di Giuda).
Nel 64 a.C.
il generale romano Pompeo conquistò la Siria e intervenne nella guerra civile
degli Asmonei a Gerusalemme.
Nel 47 a.C.
la vita di Giulio Cesare e della sua pupilla Cleopatra furono salvate da 3000
truppe speciali giudee inviate dal re Giovanni Ircano II e comandate da
Antipatro, i cui discendenti vennero nominati da Cesare re di Giudea.
Dal 37 a.C.
al 6 d.C. la dinastia erodiana, costituita da re-clienti giudaico-romani,
discendenti da Antipatro, governò la Giudea. Uno di questi, Erode il Grande,
ingrandì notevolmente il Tempio, rendendolo una delle più grandi strutture
religiose di tutto il mondo. Nonostante la sua fama, fu in questo periodo che
il giudaismo rabbinico, guidato da Hillel il Vecchio, cominciò ad assumere un
rilievo talmente popolare da sovrastare il sacerdozio del Tempio.
Al Tempio
ebraico a Gerusalemme venne comunque concesso un permesso speciale di non
mostrare l'effigie dell'Imperatore, diventando quindi l'unica struttura
religiosa nell'Impero romano ad essere autonoma, sia nelle decorazioni che nel
culto. Questa dispensa speciale obbligò i cittadini giudei dell'Impero romano a
pagare la Tassa per il Tempio.
2. La
formazione del Messianesimo
Nel Regno di Giuda la
figura del re era caratterizzata da una funzione di mediazione tra Dio e il
popolo; il rapporto privilegiato che il re aveva con Dio, derivato dalla
sua “unzione”, permetteva al re di guidare il popolo in accordo con Dio,
secondo la sua volontà.
Non tutti i re di Giuda
accettano questa via, molti finiscono per seguire i propri desideri ignorando
le esigenze del popolo; anche se non sempre seguita, in ogni caso questa
mediazione occupa un posto di fondamentale importanza nella cultura ebraica, e
quando la monarchia scompare, si assiste alla nascita del messianesimo(1),
le cui radici ed ideologia passano inevitabilmente attraverso le immagini e le
rappresentazioni regali.
Infatti, a fronte di
situazioni pesanti come la guerra o peggio la scomparsa della monarchia con
l’occupazione di altri popoli, come pensare ad un futuro migliore se non
attraverso ciò che avviene al presente? È così che Isaia, profeta(2)
dell’VIII secolo a.C., convinto monarchico, fortemente legato alla tradizione
davidica, non può non pensare e sperare la salvezza futura che legata alla
persona di un re; altri profeti, trovandosi in condizioni storiche e di fede
diverse, penseranno alla salvezza futura come dipendente da un qualche profeta,
o sommo sacerdote, o servo sofferente o Figlio dell’uomo.
Le attese messianiche
possono essere catalogate in cinque tipi:
messia
profeta:
concezione che parte dal Deuteronomio (VII secolo a.C.), dove a Mosè sono
attribuite queste parole (Det. 18,15 - 20): “Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi
fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto. Avrai così quanto hai
chiesto al Signore tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: Che
io non oda più la voce del Signore mio Dio e non veda più questo grande fuoco,
perché non muoia. Il Signore mi rispose: Quello che hanno detto, va bene; io
susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie
parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le
parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto”.
messia pastore: concezione che deriva
da una importantissima porzione del Libro di Ezechiele (VI secolo a.C.) (Ez.
34, 1-16): “Mi fu rivolta questa
parola del Signore: «Figlio dell’uomo, profetizza contro i pastori d’Israele,
predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d’Israele,
che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi
nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non
pascolate il gregge. Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete
curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le
disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con
crudeltà e violenza. Per colpa del pastore si sono disperse e sono preda di
tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. Vanno errando tutte le mie pecore in
tutto il paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura. Perciò, pastori,
ascoltate la parola del Signore: Com’è vero ch’io vivo, - parla il Signore Dio
- poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il pasto d’ogni
bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori non sono andati
in cerca del mio gregge - hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio
gregge - udite quindi, pastori, la parola del Signore: Dice il Signore Dio:
Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò
più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma
strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Perché
dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura.
Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle
sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore
e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di
caligine. Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le
ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle
valli e in tutte le praterie della regione. Le condurrò in ottime pasture e il
loro ovile sarà sui monti alti d’Israele; là riposeranno in un buon ovile e
avranno rigogliosi pascoli sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie
pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in
cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò
quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le
pascerò con giustizia.”
messia sacerdote: concezione sviluppatesi nel convento essenico(3) di Qumram (II
– I secolo a.C.?). È stato rinvenuto in uno dei rotoli un Commento ad Abacuc
o Pesher Habacuc (pHab 8,1-3), dove l'autore antico interpreta il
celebre passo del profeta(4) Abacuc «il giusto vivrà per la fede»;
si legge: «Dio li libererà dal Giudizio a motivo della loro sofferenza e per la
loro fede nel Maestro di Giustizia»(5). Il senso è: «Chi ha fede, o
almeno resta fedele all'insegnamento se non alla persona stessa del Maestro di
Giustizia, eviterà di essere portato davanti al tribunale di Dio». Come si
deduce anche da altri testi qumranici, il credente, l'esseno, vive già in
questo mondo nella dimensione del sacro e dell'eterno: è parte di quell'immenso
tempio che è il cosmo. In alto, al di sopra della sacralità stessa del tempio,
sta Dio nella sua divinità, dalla quale scende verso la terra una forza
santificante gli angeli e gli uomini (ovviamente se hanno accettato
l'insegnamento del Maestro di Giustizia). Per il credente non c'è Giudizio; per
questo si salva.
messia uranico: concezione derivata
dal passo del Libro di Daniele (II secolo a.C.?) (Dan. 7, 13 – 14): “Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse
fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno,
che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto.”. È
opportuno ricordare che l’unico titolo che Gesù accetta per se è Figlio
dell’uomo.
messia re: concezione
fondamentale e preponderante nella cultura ebraica del tempo di Gesù. È fondata
su molti brani della Bibbia:
2
Sam 7, 8 – 16 (X –IX secolo a.C.): “Ora
dunque riferirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io
ti presi dai pascoli, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi il capo
d’Israele mio popolo; sono stato con te dovunque sei andato; anche per il
futuro distruggerò davanti a te tutti i tuoi nemici e renderò il tuo nome
grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo a Israele
mio popolo e ve lo pianterò perché abiti in casa sua e non sia più agitato e
gli iniqui non lo opprimano come in passato, al tempo in cui avevo stabilito i
Giudici sul mio popolo Israele e gli darò riposo liberandolo da tutti i suoi
nemici. Te poi il Signore farà grande, poiché una casa farà a te il Signore. Quando
i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerò
dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderò stabile il suo
regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile per sempre il
trono del suo regno. Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio. Se farà il male,
lo castigherò con verga d’uomo e con i colpi che danno i figli d’uomo, ma non
ritirerò da lui il mio favore, come l’ho ritirato da Saul, che ho rimosso dal
trono dinanzi a te. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti
a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre”.
Isaia
7,10-17(VIII secolo a.C.): “Il Signore parlò
ancora ad Acaz: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi
oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il
Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di
stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella
del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine(6)
concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e
miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene. Poiché
prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene,
sarà abbandonato il paese di cui temi i due re. Il Signore manderà su di te,
sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando
Efraim si staccò da Giuda: manderà il re di Assiria».”
Isaia
9, 1 – 6 (VIII secolo a.C.): “Il popolo che camminava
nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando
si spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue
spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madian.
Poiché ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di
sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco. Poiché un bambino è nato per noi, ci
è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è
chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della
pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e
sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la
giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.”
Isaia 11, 1 – 9 (VIII
secolo a.C.):
“Un germoglio spunterà dal tronco di
Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito
del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di
fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del
timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà
decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà
decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che
percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. Fascia
dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. Il lupo
dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il
vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà.
La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro
piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà
sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti
velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo
monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono
il mare.”
Isaia 48, 1 – 7(VI
secolo a.C.):
“Ascoltatemi, o isole, udite
attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino
dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto
all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua
faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia
gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato
le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa
presso il mio Dio».
Ora disse il Signore che mi ha plasmato suo servo dal seno
materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele, - poiché ero
stato stimato dal Signore e Dio era stato la mia forza - mi disse: «È troppo
poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i
superstiti di Israele. Ma io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia
salvezza fino all’estremità della terra».
Dice il Signore, il
redentore di Israele, il suo Santo, a colui la cui vita è disprezzata, al
reietto delle nazioni, al servo dei potenti: «I re vedranno e si alzeranno in piedi,
i principi vedranno e si prostreranno, a causa del Signore che è fedele, a
causa del Santo di Israele che ti ha scelto».”
Isaia
50, 4 – 9 (V –IV secolo a.C.): “Il
Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare
allo sfiduciato una parola. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io
ascolti come gli iniziati. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho
opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi
strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il
Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia
faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso.
È vicino chi mi rende
giustizia; chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si
avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?
Ecco, come una veste si logorano tutti, la tignola li divora.
Chi tra di voi teme il Signore, ascolti la voce del suo servo! Colui che
cammina nelle tenebre, senza avere luce, speri nel nome del Signore, si appoggi
al suo Dio.”
Note: 1. Cioè attesa di
un “unto del Signore” (meshà in ebraico, messia in italiano) dotato di
particolari capacità per risollevare Israele dalla situazione di difficoltà in
cui si trova. – 2. Il profeta è qualcuno che annuncia davanti ad altre persone
qualcosa da parte della divinità. Il profeta non è un indovino né un
visionario; infatti, più che alla visione, il profeta è legato alla parola. Il
profeta è radicato al passato e legge il presente alla luce del passato.
Nonostante questo, l’attualizzazione della Parola di Dio sembra essere una
delle caratteristiche fondamentali della funzione profetica. Radicato nel
passato e lettore del presente, il profeta è rivolto al futuro, proprio perché
legge il presente in profondità. Sono sorti prevalentemente in periodi di
grande crisi. – 3. Gli esseni erano una setta giudaica probabilmente formatasi
abbracciando le riforme del culto prospettate in Ez. 40-48. Erano scrupolosi
osservanti della Legge, vivevano in povertà e, caso unico nella cultura
ebraica, potevano anche rimanere celibi. Le notizie su di loro non sono ancora
del tutto certe. Lo storico Paolo Sacchi ritiene possibile che Gesù abbia avuta
una formazione culturale di tipo essenico moderato. – 4. Profeta del VI secolo
a.C. La sua parola influenzerà anche il pensiero di Paolo. – 5. Il Maestro di
Giustizia è il fondatore, o meglio, la figura più importante dell'essenismo.
«Maestro di Giustizia» potrebbe essere il titolo del capo della setta. In
questo caso avremmo una serie di Maestri di Giustizia, garanti di una certa
tradizione (quella essenica). – 6. Il termine “vergine” non appartiene al testo
originale della Bibbia ebraica, ma è stato introdotto dalla traduzione greca
detta “dei XXL”. La traduzione dei XXL è
stata il testo di riferimento degli evangelisti che, non essendo più
conoscitori della lingua ebraica antica, hanno dovuto riferirsi alla traduzione
in greco; un esempio chiaro di questa influenza si ha nella traduzione di Isaia
7, 14: “Ecco, la giovane (“almah” in ebraico) concepirà
e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele (Dio con noi)”. Isaia si
riferisce alla giovane moglie di Achaz, re di Giuda; i XXL tradurranno almah
con vergine, consentendo la lettura del versetto, da parte dei
cristiani, come profezia messianica.
(segue la
prossima domenica)