Ho avuto la possibilità di leggere questo piccolo pensiero di Mauro Pesce, noto esegeta. Mi sembra di grande interesse.
"Le conseguenze del non considerare Gesù e il movimento post-gesuano come
“cristiano” non sono state finora prese davvero in considerazione fino
in fondo. Queste conseguenze sono che le
diverse tendenze dei seguaci di Gesù erano parte del giudaismo,
appartenevano alle diverse correnti giudaiche del tempo, e ragionavano
con concezioni e obiettivi e appartenenze solo ed esclusivamente
giudaici.
Invece gli storici ed esegeti di oggi continuano a pensare
a Gesù e al movimento post-gesuano come fossero antecedenti del
cristianesimo ed imprestano loro tendenze, aspirazioni modi di esistere e
di collocarsi “cristiani”. Insomma continuano a leggere Gesù e il
movimento post-gesuano come fossero parti del cristianeimo, almeno ”in
pectore”, “in fieri”. Pensano a Gesù e al dopo Gesù con interessi
cristiani, li interrogano a partire da problemi della teologia
cristiana, da questioni che si pongono solo a non-ebrei.
Ma ciò è
radicalmente errato. Gesù e i seguaci dopo la sua morte non pensavano
affatto al cristianesimo, non aspiravano affatto al cristianesimo, non
lo sognavano per nulla, non cercavano un superamento, un’evasione dal
giudaismo. Erano e rimanavano solo, esclusivamente, soltanto e per
sempre ebrei.
Uno/a specialista serio/a dovrebbe porsi solo domande
ebraiche, ragionando come un/a ebreo/a del I secolo. RIPRENDO DA ZERO
VISTO CHE LA DISCUSSIONE HA PRESO LA STRADA SBAGLIATA di una accusa o
difesa del cristianesimo cosa che non c'entra assolutamente nulla. Il
problema è: come bisogna guardare a Gesù e al suo movimento all'interno
dal giudaismo.
Invece il problema "come è nato il cristianesimo", oppure
"è stato fedele il cristianesimo a Gesù?" sono argomenti DIVERSI".