Storia e teologia della confermazione
1. Premessa
La confermazione,
nota più comunemente come cresima, è un sacramento della Chiesa
cattolica e Ortodossa che esprime la discesa dello Spirito Santo sui credenti
tramite l'imposizione delle mani da parte degli apostoli e dai loro successori,
i vescovi.
E’ un sacramento non autonomo ed è la conseguenza di
aver scelto di battezzare i bambini in età neonatale, cosa che richiede una
conferma al raggiungimento dell’età della ragione. Che questa sia ia ragione
fondamentale dell’esistenza di questo sacramento è confermata dalla cura che usa
il Catechismo della Chiesa Cattolica nel cercare di allontanare il credente da
questa logica conclusione: il sacramento
della confermazione non va inteso nel senso di dare una conferma da adulti al battesimo
ricevuto da bambini “Se talvolta si parla della Confermazione come del
«sacramento della maturità cristiana», non si deve tuttavia confondere l'età
adulta della fede con l'età adulta della crescita naturale, e neppure
dimenticare che la grazia del Battesimo è una grazia di elezione gratuita e
immeritata, che non ha bisogno di una «ratifica» per diventare effettiva. Lo
ricorda san Tommaso: «L'età fisica non condiziona l'anima. Quindi anche
nell'età della puerizia l'uomo può ottenere la perfezione dell'età spirituale
di cui la Sapienza (4,8) dice: "Vecchiaia veneranda non è la longevità, né
si calcola dal numero degli anni". È per questo che molti, nell'età della
fanciullezza, avendo ricevuto la forza dello Spirito Santo, hanno combattuto
generosamente per Cristo fino al sangue»”.(CCC 1308)
2. Riferimenti storici e teologici del sacramento.
Questo sacramento, all'inizio, non aveva un nome
specifico, ma veniva identificato col rito stesso con cui veniva amministrato,
ossia imposizione delle mani.
Per un certo periodo (VII secolo) venne da alcuni
identificato col termine greco «σφραγὶς» [sfraghìs], in latino signaculum
o consignatio, ossia "sigillo". Ci si riferiva con questo al
segno di Cristo, impresso simbolicamente con l'olio sulla fronte del neofita
all'atto della sua iniziazione alla fede, per indicare la "proprietà"
di Cristo su quella persona (allo stesso modo in cui i soldati si imprimevano
sulla fronte il segno del loro capo, e agli schiavi veniva impresso il sigillo
del loro padrone).
A partire dal V secolo comincia a diventare comune
l'uso del termine confirmatio (greco «βεβαίωσις» [bebàiōsis],
"confermazione"), sia nel senso di completamento, perfezionamento
della grazia del Battesimo, sia nel senso di irrobustimento, fortificazione.
Infine il termine "cresima", dal greco
«χρὶσμα» [crìsma], "unzione", entra in uso in tempi più tardi, e
vuole esprimere sia il gesto dell'unzione, sia la materia con la quale è
compiuta.
Le radici della confermazione si trovano nel Nuovo
Testamento. Ad esempio, negli At 8,14–17:
“Frattanto gli
apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio
e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché
ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di
loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora
imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo”.
Inoltre, nel Vangelo di Giovanni, Cristo parla della
discesa dello Spirito Santo sugli apostoli (14,15-26).
Più avanti, dopo la Resurrezione, Gesù soffia su di loro ed essi ricevono lo
Spirito Santo (20,22) azione questa
che sarà completata nel giorno di Pentecoste (At 2,1-4). Da questo momento in poi, il Nuovo Testamento riporta
che gli apostoli trasmettono lo Spirito Santo sui fedeli con l'imposizione
delle mani.
In Ef 4,30
troviamo un riferimento alla confermazione come "sigillo": “E non vogliate
rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno
della redenzione.”
In Ebr 6,1-3
troviamo la confermazione fra le "fondamenta" della fede: “Perciò, lasciando
da parte l'insegnamento iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è più completo,
senza gettare di nuovo le fondamenta della rinunzia alle opere morte e della
fede in Dio, della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della
risurrezione dei morti e del giudizio eterno. Questo noi intendiamo fare, se
Dio lo permette”.
Nel NT vi è una differenza chiara fra l'imposizione
delle mani per la confermazione e quella per l'ordinazione sacerdotale. Nel
primo caso, citiamo At 9,17: “Allora Anania
andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha
mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi,
perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo”.
Nel secondo caso, citiamo ancora At 13,2-3: “Mentre essi stavano celebrando il culto del
Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Barnaba e
Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati".
Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono”.
La confermazione viene vista chiaramente nell'episodio
riguardante Simon Mago in At,8-24: “Anche Simone credette, fu battezzato e non si staccava più
da Filippo. Era fuori di sé nel vedere i segni e i grandi prodigi che
avvenivano. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva
accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e
pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora
sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del
Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l'imposizione delle mani
degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: "Date anche a me questo
potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito
Santo". Ma Pietro gli rispose: "Il tuo denaro vada con te in
perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio.”
Nel
medioevo, il mondo latino restrinse l'amministrazione della cresima ai soli
vescovi, facendo della cresima un sacramento sempre più separato dalla vita
parrocchiale; nel tredicesimo secolo, si giunse alla sua completa separazione
dal battesimo, sdoppiando così la pratica dell'iniziazione cristiana.
La relativa
difficoltà di cresimare i fanciulli nel mondo cattolico romano (erano richieste
a tal fine apposite visite episcopali), e i frequenti casi di bambini morti
prima della cresima, portarono i teologi latini (forse non senza l'intento di
tranquillizzare i fedeli) a sviluppare un nuovo insegnamento, che la cresima
non fosse un sacramento incondizionatamente necessario per la salvezza.
Anche se,
progressivamente (partendo dalle necessità in terre di missione), la Chiesa
romana ha reintrodotto l'uso di far amministrare la cresima dai presbiteri,
questi rimangono ministri straordinari, e in via ordinaria il ministro è sempre
il vescovo.
Nella
Chiesa ortodossa, la cresima può essere amministrata da qualunque sacerdote,
usando il crisma (ovvero il Santo Myron) consacrato dal vescovo.
Non
andrebbe dimenticata, parlando di innovazioni latine nella cresima, l'adozione
di una serie di usi cavallereschi medioevali (come lo schiaffo dato dal vescovo
al neocresimato), che, oltre a snaturare il senso del sacramento facendone un
rito di tono bellico, furono causa di numerose offese ai costumi dei popoli orientali
Il termine «confermazione» proviene dal latino
confirmare che significa rendere stabile, rafforzare. Ne deriva che la cresima,
come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, apporta una crescita e un
approfondimento della grazia battesimale. E afferma anche: “Dal momento che Battesimo, Confermazione ed Eucaristia costituiscono
un tutto unitario, ne deriva che «i fedeli sono obbligati a ricevere
tempestivamente questo sacramento»; senza la Confermazione e l’Eucaristia,
infatti, il sacramento del Battesimo è certamente valido ed efficace, ma l’iniziazione
cristiana rimane incompiuta.”(CCC
1306)
Inoltre Tuttavia questo sacramento veniva e viene
tuttora eseguito subito dopo il battesimo agli adulti, e viene conferito come
confermazione a chi fu battezzato da bambino, è naturale che il termine
"confermazione" va anche ad intendere "rafforzamento".
3. Pratica rituale
La confermazione è detta anche cresima. Il termine cresima, come detto, ha la stessa origine del
termine Cristo, derivano infatti dalla parola greca "crisma", "unzione".
Come Gesù Cristo è l'"Unto", "il Fedele",
"l'Amen" che attua fedelmente il disegno del Padre, così la cresima è
il sacramento che rende il cristiano capace di seguire fedelmente Cristo. Come
Cristo è sacerdote, profeta e re, così il cristiano con la cresima conferma la
consacrazione di sacerdote, re e profeta ricevuta nel suo battesimo. In passato
il catechismo affermava che la cresima rende "perfetti cristiani e soldati
di Gesù Cristo"; l'espressione era collegata con il rituale del buffetto
che è un retaggio di investitura militaresca: come nell'esercito romano si dava
la alapa militaris (uno schiaffo che
simboleggiava una prima ferita), ripresa nelle investiture cavalleresche di
"addobbamento", così il vescovo dava un piccolo buffetto sulla
guancia destra.
Il rito della cresima differisce nella Chiesa
cattolica ed in quelle orientali, sia cattoliche che ortodosse. In quelle
orientali si ricevono, ancora neonati, contemporaneamente tutti e tre i
sacramenti della iniziazione.
La Chiesa cattolica dispone che "il sacramento della confermazione venga
conferito ai fedeli all'incirca all'età della discrezione, a meno che la
Conferenza episcopale non abbia determinata un'altra età o non vi sia il
pericolo di morte oppure, a giudizio del ministro, non suggerisca diversamente
una grave causa" (canone 891 del Codice di diritto canonico).
Le Chiese orientali (cattoliche e ortodosse),
considerando questo sacramento come "effusione della grazia",
ritengono opportuno conferirlo già ai neonati al momento del battesimo.
I cattolici latini, invece, ritengono conveniente
conferirlo quando la persona è consapevole di ciò che sta ricevendo, tanto da
richiedere, una catechesi di preparazione (CCC
1309). In passato la Chiesa cattolica conferiva il sacramento della Cresima
poco prima della "prima comunione", la prima volta in cui si
partecipava all'eucarestia. Una pratica del genere viene ora riproposta dal
sinodo dei vescovi per ristabilire l'ordine teologico dei primi tre sacramenti.
La Chiesa cattolica prevede anche la presenza di un
padrino o madrina, cristiano già cresimato, che accompagni il
"cresimando" a ricevere il sacramento, mentre le Chiese orientali,
che conferiscono il sacramento subito dopo il battesimo, al quale è presente il
padrino o madrina, non ritengono necessario legiferare sulla loro presenza
anche alla cresima.
Nonostante queste diversità, entrambe le Chiese
attribuiscono a questo sacramento una funzione identica. Del resto, prevedono
che a conferire il sacramento sia il vescovo o un sacerdote autorizzato, che
unge la fronte del cresimando, dopo aver chiesto allo stesso, o ai genitori in
sua vece se neonato, di assumere l'impegno ad una vita cristiana coerente con i
valori evangelici.
Sono state più volte contestate le recenti posizioni
di molte conferenze episcopali che hanno deciso di restituire l'antica
disciplina e di non ritardare più l'amministrazione del sacramento fino all'età
di quattordici o sedici anni, come in recenti decenni avveniva con il risultato
di fare del Sacramento quasi un rito di passaggio all'età adulta.
Chi interpreta il sacramento come solo o
principalmente una professione di fede e di conferma della propria appartenenza
ad una confessione religiosa (dando così alla parola "confermazione"
un senso attivo di qualcosa compiuto dal cresimando) non vede di buon occhio la
sua amministrazione, come si usa in alcuni paesi, a bambini di solo sette o
otto anni.
Invece, nel contesto del sacramento, la Chiesa
cattolica-romana interpreta la parola "confermazione" in senso
passivo nei riguardi del cresimando e in senso attivo dello Spirito Santo per
mezzo del rito: "Il sacramento della
confermazione, che imprime il carattere e per il quale i battezzati,
proseguendo il cammino dell'iniziazione cristiana, sono arricchiti del dono
dello Spirito Santo e vincolati più perfettamente alla Chiesa, "corrobora
coloro che lo ricevono" e li obbliga più strettamente ad essere con le
parole e le opere testimoni di Cristo e a diffondere e difendere la fede"
(canone 879 del Codice di diritto canonico).
Il rito della confermazione continua ad essere
praticato nelle Chiese rifomate e presbiteriane e, in genere, quelle che
praticano il battesimo dei bambini. La sua legittimità biblica, però, e la
pratica che se ne fa, viene sempre più spesso messa in discussione. Esse
affermano che:
- la
confermazione non è un sacramento, ma un antico rito della Chiesa che deriva
dagli apostoli quando imponevano le mani su coloro che venivano battezzati;
· -
in esso i
candidati ratificano e confermano i voti fatti in loro nome da coloro che li
hanno portati nella loro infanzia al battesimo;
· - esso dà
l'opportunità a coloro che sono stati battezzati nella loro infanzia di
rinnovare e di confermare loro stessi i voti fatti al momento del battesimo;
· -
in esso le
persone, con un'aperta confessione di fronte agli uomini, riconoscono Gesù
Cristo, il figlio di Dio, come loro Signore e salvatore ["Chiunque perciò mi riconoscerà, davanti agli uomini, io pure lo
riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà
davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei
cieli" (Mt 10,32,33); …poiché se confessi con la tua bocca il Signore
Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.
Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa
confessione, per ottenere salvezza" (Rom 10,9,10)].
·
Hanno il dovere
di fare questa confessione di fede tutti i cristiani che hanno raggiunto l'età
della discrezione o responsabilità, che si rendono conto di essere peccatori e
che senza ravvedimento verso Dio e fede nel nostro Signore Gesù Cristo, sono
perduti.
Nella Chiesa anglicana la confermazione assume natura
di rito “sacramentale”, cioè non di sacramento vero e proprio, ma di pratica
che attribuisce un bene spirituale al fedele. Il ramo "cattolico"
dell'anglicanesimo attribuisce a tale istituto, però, un vero e proprio valore
sacramentale.
La legittimità della confermazione è spesso posta in
discussione, nelle Chiese evangeliche, sotto diversi aspetti:
1. la sua discutibile giustificazione
biblica;
2. il fatto che diventi spesso solo una
tradizione che si pratica solo per consuetudine senza una reale persuasione di
fede del candidato e quindi che le si attribuisca il valore solo di “rito di
passaggio” indipendente da un autentico impegno nella vita cristiana (tipica la
situazione di molti confermati che, dopo questa cerimonia "non si vedono
più in chiesa", cosa comune al mondo cattolico);
3. la necessità di spostarla in avanti
nel tempo, per le chiese che "confermano" adolescenti troppo giovani
per intenderne effettivamente la valenza.
In alcuni Paesi sono praticate alternative laiche alla
cerimonia religiosa, che prendono il nome di confermazione civile. Tali
iniziative sono organizzate da associazioni laiche e sono rivolte ai giovani
adolescenti che non appartengono ad una confessione religiosa.