(segue dalla domenica precedente)
3. Origine della quaresima
Non si sa con
certezza dove, per mezzo di chi e come sia sorto questo periodo di tempo che i
cristiani dedicano per la preparazione alla Pasqua. Sappiamo soltanto che ha
avuto uno sviluppo lento e progressivo.
Per praticità espositiva
possiamo distinguere in maniera sintetica sei periodi corrispondenti ad
altrettante prassi liturgiche.
Fino al II secolo - Il digiuno del Venerdì e del Sabato santo
Nella chiesa
primitiva la celebrazione della Pasqua era preceduta da uno o due giorni di
digiuno. Tale digiuno sembra fosse orientato non tanto alla celebrazione
pasquale quanto all’amministrazione del battesimo che pian piano veniva inserita
nella veglia pasquale. La prassi del digiuno era indirizzata innanzitutto ai
catecumeni e poi fu estesa al ministro del battesimo e a tutta la comunità
ecclesiale.
Tale digiuno non
aveva scopo penitenziale ma ascetico-illuminativo.
Nel III secolo - Una settimana di preparazione
In questo periodo a
Roma la Domenica precedente la Pasqua era denominata "Domenica di
passione" e nel Venerdì e Mercoledì di questa stessa settimana non si
celebrava l’eucaristia. L’estensione del digiuno per tutta la settimana
precedente la pasqua è certa solamente per la Chiesa di Alessandria.
Nel IV secolo - Tre settimane di preparazione
Di tale consuetudine
è testimone uno storico del V secolo, Socrate. Durante queste tre settimane si
proclamava il vangelo di Giovanni. La lettura di questo testo è giustificata
dal fatto che esso è ricco di brani che si riferiscono alla prossimità della Pasqua
e alla presenza di Gesù a Gerusalemme.
Verso la fine del IV secolo - Sei settimane di preparazione
Questa preparazione
prolungata fu motivata dalla prassi penitenziale. Coloro che desideravano
essere riconciliati con Dio e con la Chiesa iniziavano il loro cammino di
preparazione nella prima di queste Domeniche (più tardi verrà anticipata al
Mercoledì immediatamente precedente) e veniva concluso la mattina del Giovedì
santo, giorno in cui ottenevano la riconciliazione. In tal modo i penitenti si
sottoponevano a un periodo di preparazione che durava quaranta giorni. Da qui
il termine latino Quadragesima.
I penitenti intraprendevano questo cammino attraverso l’imposizione delle ceneri e l’utilizzazione di un abito di sacco in segno della propria contrizione e del proprio impegno ascetico.
I penitenti intraprendevano questo cammino attraverso l’imposizione delle ceneri e l’utilizzazione di un abito di sacco in segno della propria contrizione e del proprio impegno ascetico.
Verso la fine del V secolo - Ulteriore prolungamento: il Mercoledì delle ceneri
Verso la fine del V
secolo, ha inizio la celebrazione del Mercoledì e del Venerdì precedenti la
Quaresima come se ne facessero parte. Si giunge a imporre le ceneri ai
penitenti il Mercoledì della settimana antecedente la prima Domenica di
quaresima, rito che verrà poi esteso a tutti i cristiani.
A partire da questa
fase incominciano a delinearsi anche le antiche tappe del catecumenato, che
preparava al battesimo pasquale nella solenne veglia del Sabato santo; infatti
questo tempo battesimale si integrava con il tempo di preparazione dei penitenti
alla riconciliazione del Giovedì santo. Fu così che anche i semplici fedeli
—ovvero quanti non erano catecumeni né pubblici penitenti— vennero associati a
questo intenso cammino di ascesi e di penitenza per poter giungere alle
celebrazioni pasquali con l'animo disposto a una più autentica partecipazione.
Nel VI secolo - Sette settimane di preparazione
Nel corso del VI
secolo, tutta la settimana che precede la prima Domenica di quaresima è
dedicata alla celebrazione pasquale La Domenica con cui ha inizio viene
chiamata Quinquagesima perché è il cinquantesimo giorno prima di pasqua. Tra il
VI e il VII secolo si costituì un ulteriore prolungamento con altre due
Domeniche. La tendenza ad anticipare il tempo forte della quaresima, però, ne
svigorisce in qualche modo la peculiarità.
In sintesi: allo
sviluppo della quaresima ha contribuito la disciplina penitenziale per la
riconciliazione dei peccatori che avveniva la mattina del giovedì santo e le
esigenze sempre crescenti del catecumenato con la preparazione immediata al
battesimo, celebrato nella notte di Pasqua.
4. La celebrazione della quaresima oggi
L'evoluzione
progressiva della quaresima, definita da alcuni studiosi "selvaggia",
richiedeva un radicale rinnovamento. Fu così che il Concilio Vaticano II ha
semplificato la struttura di questo tempo liturgico sovraccaricato dalle
aggiunte pre-quaresimali.
La Costituzione conciliare sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium, al n. 109 afferma:
La Costituzione conciliare sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium, al n. 109 afferma:
Il duplice carattere
del tempo quaresimale che, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione
del battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del
mistero pasquale con l'ascolto più frequente della parola di Dio e con più
intensa preghiera, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quanto
nella catechesi liturgica. Perciò:
a) si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano alcuni dalla tradizione antica;
b) lo stesso si dica degli elementi penitenziali. Quanto alla catechesi poi si imprima nell'animo dei fedeli, insieme con le conseguenze sociali del peccato, quell'aspetto proprio della penitenza che detesta il peccato in quanto è offesa a Dio; né si dimentichi la parte della chiesa nell’azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori.
A tale dettato conciliare si è ispirato il
rinnovamento del lezionario e del messale in riferimento alle celebrazioni
quaresimali. Fedele a questo indirizzo, la riforma ha ridato alla quaresima
prima di tutto il suo orientamento pasquale-battesimale; ne ha fissato il tempo
con decorrenza dal Mercoledì delle ceneri fino alla messa "in Coena
Domini" esclusa; per conservare l’unità interna ha ridotto il tempo della
passione: solo la VI Domenica, la quale dà inizio alla settimana santa, viene
chiamata "Domenica delle palme", "de passione Domini". In
tal senso la settimana santa conclude la quaresima ed ha come scopo la
venerazione della passione di Cristo a partire dal suo ingresso messianico a
Gerusalemme.
Oltre alla ricchezza dei testi eucologici (colletta, orazione sulle offerte, prefazio, orazione dopo la comunione), nei formulari quaresimali riformati abbiamo una abbondanza di testi biblici. La celebrazione liturgica quaresimale, anche sotto il punto di vista tematico, pone l’accento principale sulla Domenica. Nelle cinque Domeniche precedenti la Domenica delle palme, il lezionario offre la possibilità di tre itinerari diversi e insieme complementari.
Oltre alla ricchezza dei testi eucologici (colletta, orazione sulle offerte, prefazio, orazione dopo la comunione), nei formulari quaresimali riformati abbiamo una abbondanza di testi biblici. La celebrazione liturgica quaresimale, anche sotto il punto di vista tematico, pone l’accento principale sulla Domenica. Nelle cinque Domeniche precedenti la Domenica delle palme, il lezionario offre la possibilità di tre itinerari diversi e insieme complementari.